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Scambio di Coppia

Gli scambisti 3


di TheSecretStoryteller
27.05.2024    |    5.652    |    4 9.0
"Ma l’unico effetto che ottenni fu di farlo girare verso di me..."
Stefano mi cingeva le spalle col braccio per rassicurarmi dopo l’orgasmo che avevo avuto. Mi domandò se andasse tutto bene e risposi di sì. Disse che toccava a me trovare un obbligo per la coppia che ci aspettava dall’altro lato dello schermo. Li guardai: lei era ancora tranquilla e piena di sé e il cazzo di lui era appena barzotto, ma non duro. Sembravano in perfetto controllo della situazione, mentre io avevo completamente perso la bussola rispetto al piacere. Volevo riequilibrare un po’ la situazione e chiesi ad Aurora di fare un pompino al suo ragazzo. Si misero in una bella posa: lui in ginocchio sul letto e lei a quattro zampe, di profilo, in modo da stare con la faccia proprio davanti al pene di Michele. Lo prese in mano e poi se lo infilò in bocca, iniziando a pompare. Era molto brava: alternava momenti in cui lo succhiava forte – che io a confronto mi sarei strozzata – a momenti in cui lo stuzzicava baciandolo, leccandolo di lato o facendogli una sega. A me i pompini piace farli, ma Aurora era su tutto un altro livello: lei sembrava godere personalmente dal fatto di giocare con il cazzo del suo ragazzo. Ben presto, ricevendo tutte quelle attenzioni, il membro di Michele divenne durissimo e potemmo ammirarlo in tutta la sua stazza portentosa. Aurora non si faceva problemi. Era abituata a lavorare con quel cazzo così grosso e non si strozzava a tenerlo in bocca, anzi lo gestiva con maestria. Alla fine, Michele mise le mani dietro la nuca di Aurora e iniziò a dettare lui il ritmo mentre la ragazza aveva le mani dietro la schiena. Fu una scena ipnotica. Il ritmo era un crescendo ma Aurora riusciva a stare dietro al cazzo enorme del suo ragazzo, che le fotteva la bocca. Quando pensai che si fossero divertiti abbastanza, diedi a entrambi l’ordine di smettere. Dopo aver portato le labbra di Aurora alla base del suo cazzo un altro paio di volte, Michele la lasciò andare e si vide Aurora che inspirava profondamente per riprendere aria, poi i due si sedettero l’uno accanto all’altro sul loro letto.
Ora toccava di nuovo ad Aurora darci un ordine. Disse che era curiosa di vedere i giocattoli che avevamo comprato per divertirci insieme e di cui gli avevamo parlato in chat. Chiese a Stefano di recuperare uno di quei toys a sua scelta e usarlo su di me. Stefano si alzò dal divano e andò a recuperare uno dei toys nella nostra stanza da letto. Voleva che la cosa fosse un segreto anche per me. Mentre era via, Aurora mi chiese: «Saresti gelosa se Stefano mi scopasse?» Lì per lì non seppi cosa rispondere. In linea di principio, ero io a volere che un’altra ragazza facesse sesso col mio tipo, ma trovandomi di fronte al caso specifico la gelosia mi inondò – unita però a una grande eccitazione. Fui sincera e gli risposi che sarei stata gelosa ma lo avrei accettato perché l’idea mi eccitava troppo. Poi Michele mi chiese se invece avrei accettato di farmi scopare da lui. Anche questa domanda mi mise in imbarazzo: lui era sicuramente un bellissimo ragazzo e, a giudicare da quanto avevo visto, era uno che sapeva come fare l’amore, ma lo conoscevo appena e l’idea di scopare con lui al posto di Stefano mi mandava in confusione. In questo caso comunque gli risposi che non c’era problema, a meno che Stefano non fosse stato geloso.
Nel frattempo Stefano rientrò. Aveva in mano un ovetto di colore rosa. Io conoscevo bene quel toy: andava inserito nella vagina, e un telecomando esterno lo faceva vibrare, causando un enorme piacere. Stefano sapeva bene che io non riuscivo proprio a resistere alle fasi più veloci della vibrazione, specie se lui mi massaggiava il clitoride nel frattempo. Di solito quando usavamo l’ovetto, io ero bendata, cosa che mi impediva di vedere lui che si preparava ad attivare la vibrazione e dunque di sapere cosa aspettarmi. Stavolta però lui aveva portato solo delle corde con cui mi legò le mani dietro la schiena, mi chiese di mettermi seduta al bordo del divano, con le gambe spalancate, in modo da lasciare pieno accesso alla mia patatina. Obbedii. Stefano inserì l’ovetto nella mia fica. Avevo quel corpo esterno dentro di me ed ero completamente nuda ed esposta, con le mani legate dietro la schiena, davanti agli sguardi curiosi e divertiti di Aurora e Michele. Divenni rossa d’imbarazzo. Stefano si sedette sul divano dandomi le spalle: in questo modo non potevo comunque vedere cosa faceva col telecomando. Mi disse: «Amore, voglio che guardi Michele fisso negli occhi per tutto il tempo. Non distogliere mai lo sguardo. È molto importante.» Mi misi a guardare Michele, che mi restituiva uno sguardo interessato ed eccitato. Iniziai a sentire la vibrazione dentro le pareti della mia vulva. Era leggera, doveva essere il livello 1, ma ero in una situazione assurda e dovetti combattere contro la mia vergogna per non chiudere le gambe e non distogliere lo sguardo da Michele. La vibrazione durò un minuto e mi aspettavo che Stefano avrebbe aumentato per gradi, invece sentii l’ovetto vibrare subito a velocità 3. Strabuzzai gli occhi, ma continuai a fissare Michele: non volevo cedere e mostrargli cosa poteva farmi un semplice pezzo di plastica. Stefano arrivò a velocità 4, quasi il massimo e ci stavo prendendo molto gusto, riuscivo ancora a dominarlo quando d’improvviso la vibrazione cessò del tutto, lasciandomi a bocca asciutta.
«Ehi stronzo!» mi lamentai, ma Stefano mi disse di stare in silenzio e continuare a fissare Michele. Il mio corpo fremeva. Quell’attesa forzata mi stava devastando, non so cosa avrei dato per ottenere il piacere che mi era stato negato. D’improvviso, sentii di nuovo la vibrazione, al livello 2. Poi Stefano la spinse al 4. Ero sul punto di venire quando di nuovo, il mio ragazzo la interruppe. Ero disperata e sapevo che Michele stava guardando la mia disperazione… cosa avrei dato per il piacere. Provai subito a protestare ma Stefano mi intimò di nuovo: «Silenzio!» Poi mi prese anche in giro: «Capisco che puoi essere malata di cazzo, ma a un fottuto ovetto di plastica potresti resistere.» In quel momento lo odiai: mi stava umiliando davanti a tutti. Passarono trenta secondi buoni, di pura tortura. Sudavo freddo e non riuscivo a reggere lo sguardo di Michele, che vedeva le contorsioni del mio corpo… spasimi… Poi la vibrazione ripartì. Non a 1 o 2 come prima… ma alla velocità massima: 5, quella a cui non avevo mai resistito. Solo che adesso il mio corpo era teso come una corda d’arco. «Stefano, oddio….» implorai. Ma l’unico effetto che ottenni fu di farlo girare verso di me. Aveva mollato il telecomando dell’ovetto, posandolo sul bordo del divano. Sporse la mano e inizio a massaggiarmi il clitoride con il pollice, a piena forza. Era chiaro che avrei orgasmato di nuovo ma prima che ciò accadesse Stefano mi sussurrò all’orecchio di continuare a fissare Michele. In quel momento compresi il suo piano: provavo un enorme piacere e stavo fissando Michele… e nella mia mente si formò l’immagine che fosse Michele a provocarmi quel godimento scopandomi. Distolsi lo sguardo solo all’ultimo, per godermi il mio secondo orgasmo della serata.
Quando mi ripresi, Stefano mi tolse lentamente l’ovetto dalla fica, e mi liberò le mani portando il toy e le corde nell’altra stanza. Stefano disse: «Beh, direi che possiamo anche cominciare a scopare. Vi va se lo facciamo insieme?» Michele e Aurora accettarono la proposta. Ci mettemmo in due pose diverse. Di profilo, in modo che l’atto fosse ben visibile all’altra coppia. Michele si stese di pancia sul letto e Aurora lo cavalcò, mentre io mi misi a pecorina e Stefano si mise dietro di me a scoparmi. Era una posizione che usavamo molto spesso e da cui ricavavo grandi soddisfazioni. Era veramente su di giri ma non era troppo precipitoso e il suo ritmo mi diede molto piacere. Avevo la faccia sul divano e guardavo l’altra coppia, il che accresceva la mia eccitazione. Loro erano molto sensuali. Dopo almeno un quarto d’ora di cavalcata, Aurora era stanca e cambiarono posizione, scegliendone una dove lui stava sopra. Poi, dopo un po’ cambiarono ancora. Nel frattempo io ero ancora a pecora con Stefano che si stava divertendo un mondo a penetrarmi e andava sempre più forte e più in profondità. Ero all’apice del piacere. Capii che il suo obiettivo era regalarmi il terzo orgasmo della serata e accettai il mio destino senza resistenze. Quando ebbi finito di orgasmare, mi girai pancia all’aria e Stefano, anche lui a limite, si mise il cazzo all’altezza della mia tetta. Sapevo che il mio seno destro era il suo punto preferito dove venire. Emettendo dei forti grugniti di piacere, Stefano venne sulle mie tette, con una abbondantissima quantità di seme. Poi ci mettemmo a sedere. Anche l’altra coppia stava per concludere. Lei raggiunse l’orgasmo (cosa comprensibile viste le dimensioni e la foga di Michele), poi si mise a quattro zampe proprio davanti al cazzo di Michele, che le venne sul volto. Poi anche loro si misero a sedere rivolti verso di noi.
Siamo rimasti a parlare per almeno una mezz’ora, commentando quello che era successo, facendo progetti per il futuro e in generale chiacchierando di sesso, mentre eravamo ancora tutti e quattro nudi e noi ragazze eravamo ancora marchiate dallo sperma dei nostri tipi. Decidemmo che ci saremmo sicuramente visti. Sarebbe stato a casa nostra, il sabato della settimana seguente, quando nessuna delle due coppie aveva altri impegni. Stefano disse che avremmo usato i giochi presenti a casa per divertirci. Poi, chiusa la videochiamata, io andai a sciacquarmi. Decidemmo di non uscire, ci sarebbe stato tempo il giorno dopo, e restammo sul letto nudi a fare progetti. Io ero stanca, avevo ricevuto tre orgasmi, ma continuai a stuzzicare il corpo del mio ragazzo facendogli anche una sega. Attorno all’una di notte ci addormentammo, innamorati più che mai e felici.
Il sabato della settimana successiva, andammo a prendere con la macchina Michele ed Aurora, che erano arrivati col treno alla stazione della nostra città. Come concordato erano le due del pomeriggio e passammo una bellissima giornata a chiacchierare e a conoscerli per davvero, senza parlare di sesso. Erano due persone molto affascinanti e mi catturarono sempre più. Solo verso le sette, dopo un lungo giro in città, li portammo a casa nostra. Avevamo deciso di non bere e di non avere alcolici a casa. Se davvero volevamo scopare con degli sconosciuti, era meglio farlo al meglio delle nostre facoltà mentali, per non correre rischi, ma gli offrimmo del caffè. Eravamo seduti a dei divanetti intorno al tavolo centrale, loro da un lato e noi dall’altro, quando Stefano mi afferrò i fianchi nel modo dolce che presagiva sempre una pomiciata e capii che ci saremmo baciati davanti agli altri due. Farlo senza uno schermo di mezzo mi causava più agitazione, ma dopo una lunga pomiciata mi sciolsi. Pensai che ne sarebbe risultata una gran bella serata, se riuscivamo a mantenere la tranquillità.
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